Bisogna cambiare il modo di pensare l’impresa
25.11.2017 18:29
25 NOVEMBRE 2017 MESSAGGIO DEL PAPA
TORNARE ALLE ORIGINI DELLA NOSTRA CULTURA PER FAR RIVIVERE UNA STORIA
Qualità delle produzioni, alleanza col mondo del lavoro, relazione di mutuo scambio col territorio.
Questi secondo Mauro Magatti, sociologo ed economista dell’Università Cattolica di Milano gli elementi indispensabili alle imprese per uscire dalla crisi.
«La qualità universalmente riconosciuta dei prodotti Made in Italy; un’alleanza col mondo del lavoro; una relazione di mutuo scambio col territorio. Sono questi i tratti delle imprese italiane che hanno reagito alla crisi e che di fatto hanno messo in pratica il concetto di “Fedeltà è cambiamento” poiché futuro è tornare alle origini della nostra cultura per far rivivere una storia». Con queste paroleMauro Magatti, sociologo ed economista dell’Università Cattolica di Milano ha aperto la tavola rotonda “Di fronte al cambiamento come ripensare l’impresa” in programma questa mattina al VII festival DSC di Verona il cui titolo quest’anno è “Fedeltà è cambiamento”. «Noi – ha proseguito Magatti – non siamo di matrice protestante ma cattolica, che etimologicamente significa “universale”. Per questo il modello di crescita nel nostro Paese deve essere plurale e soggettivo. Ad esempio è inconcepibile la trasformazione delle banche di credito cooperativo in un’unica Spa».
Una crescita, quella prospettata da Magatti che deve fare però i conti con una innegabile “questione generazionale”. «La generazione di mio padre, nel dopoguerra, ha creato ricchezza per sé, per i propri figli e per il Paese; poi è stata la volta del baby-boomers che hanno lasciato pochi figli e molti debiti; infine oggi i millenials, che faticano a trovare un impiego e che vanno all’estero. La maggior parte della ricchezza del nostro Paese è detenuta da coloro che hanno tra i 50 e i 70 anni: se vogliamo davvero ripartire è necessario operare per trasferire questa ricchezza»
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Incontro organizzato da ASGI Associazione San Giuseppe Imprenditore
«Quando i valori etici ispirano l'innovazione: la moltiplicazione e la crescita economica nella solidarietà tra imprenditori»,
innovare resta uno dei principi fondamentali dell’agire imprenditoriale e per poterlo fare bene occorrono uomini in continuo rinnovamento nella mente, nello spirito e nella visione (S. Bernardino da Siena, Predica sul buon imprenditore, Siena 1427). Per non guardarsi solo indietro e attorno, ma guardare avanti e aprirsi a tutto ciò che ancora non c’è.
L’Associazione San Giuseppe Imprenditore si prefigge il compito prioritario di rivalutare l’immagine e la nobile professione dell’imprenditore operante in qualsiasi campo e senza limiti dimensionali d’impresa.
La vita dell’imprenditore e la sua attività imprenditoriale devono essere rigorosamente confacenti ai dettami del Vangelo e della Santa Chiesa Cattolica sia nella vita privata come in quella sociale. L’Associazione si prefigge inoltre l’impegno di assistere sul piano umano e psicologico gli imprenditori in difficoltà economica e di accompagnarli nei momenti decisionali mettendo a disposizione l’esperienza di colleghi che hanno già vissuto tali problematiche, ritenendo che, frenato l’orgoglio ed allontanata la vergogna, solo colloqui sinceri tra imprenditori possano lucidamente e tempestivamente suggerire, prima che sia troppo tardi e senza indugio, le decisioni da prendere.
RICONOSCIMENTI AL FESTIVAL DELLA DOTTRINA SOCIALE DI VERONA